lunedì 22 giugno 2015

Etero o gay son sempre genitori miei

L'Italia è tra i fondatori dell'unione europea, ma è ferma al medioevo sul tema dei diritti civili



Come si può non dare torto a Sarah?
Sarah è francese. Ha sposato Antonella, italiana, in Francia. Quando oltrepassano il confine, però, non sono più sposate.
All'anagrafe italiana Sarah risulta sposata con una single, perché Antonella, secondo le leggi italiane è nubile.
Il matrimonio di Sarah e Antonella è solo uno delle sette nozze che il sindaco Pisapia ha trascritto nella giornata del 9 ottobre 2014 al comune di Milano. Ma prima di Milano tante altre erano state le città a fare ciò: Bologna, Firenze, Livorno sono solo alcune.
Il 7 ottobre 2014 era intanto arrivata la circolare di Alfano, ministro degli interni, che invitava calorosamente i prefetti a indurre i sindaci all'annullamento delle trascrizioni, in quanto illegittime.
Pisapia, sostenendo l'illegittimità di tale circolare, l'aveva beatamente scavalcata, così come farà Marino, sindaco di Roma, il 18 ottobre 2014. E mentre Alfano dichiarava: il primo cittadino firma solo autografi e i sindaci si rifiutavano di annullare le trascrizioni, a Roma ci penserà il prefetto Pecoraro ad annullare le trascrizioni il 31 ottobre 2014 e Milano pochi giorni dopo, il 4 novembre, accadrà la medesima cosa e saranno cancellate le nozze di Sarah e di Antonella.
Ma ecco che i giudici amministrativi dichiarano illegittimi gli annullamenti delle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all'estero, in quanto il potere di tale azione compete solo all'autorità giudiziaria e non certo ai prefetti.
E' triste dover essere pure un po' contenti della ribellione di questi sindaci. Triste perché assurdo che in Italia non esista tuttora una legge che regoli i rapporti tra persone dello stesso sesso e assurdo che nemmeno se ne parli. Perché è un dato di fatto che in Italia non c'è tempo di pensare ai diritti civili ora alle prese con i migranti ora con la riforma scolastica, argomenti di cui i vari partiti se ne servono per fare propaganda: sembrano diventati un must.
Non abbiamo leggi contro l'omofobia e contro la transfobia: Se l'orientamento sessuale può essere causa di discriminazioni e di violenza, è tuttavia lecito chiedersi se in Italia, paese in cui l'omosessualità è stata depenalizzata un secolo prima di paesi come il Regno Unito, gli omosessuali siano davvero una minoranza discriminata e vi fosse dunque urgenza di questa legge, dichiara Gigli in riferimento alla legge contro l'omofobia e la transfobia. Attualmente sepolta nei cassetti della Commissione Giustizia del Senato.
A quanto pare è dubbioso, eh? Quando basta voltarsi e vedere il ragazzino di dodici anni che pensa di offendere il compagno, definendolo gay. E non accetto come giustificazione il solito ma sono ragazzini. Perché si tratta di cultura. Una cultura italiana che alle volte sembra rimasta al medioevo. Ma veramente. Quella stessa Italia che è stata capace di produrre secoli di arte sublime e a porsi all'avanguardia in ogni settore della cultura: dalle arti figurative alla musica alla scultura alla scrittura - oh come siamo bravi con le parole.
Frocio non è un offesa: è un termine per designare persone omosessuali che non hanno niente di cui vergognarsi, perché non hanno niente di anomalo nei loro geni (preferiscono altri fori, dov'è il problema?). Non è un offesa, non è una malattia, è l'essenza di una persona.
Un'altra storia di cronaca si leggeva mesi fa sui giornali: un aiuto cuoco di 40 anni è stato costretto dal suo datore di lavoro ad andare con una prostituta per dimostrare la sua eterosessualità. Un uomo gay dichiarato. Ma a quanto pare ad un colloquio di lavoro si è usuali chiedere l'orientamento sessuale, quasi influenzassero le capacità di una persona.
Ma non si fanno discriminazioni, lo dicono in Senato, possiamo stare tranquilli.
Eppure sembra che nel corso del Consiglio dei Diritti Umani, conclusosi lo scorso 27 marzo, l'Italia si sia impegnata davanti all'ONU a riconoscere le unioni e anche il matrimonio tra le persone dello stesso sesso.
Se veramente il governo italiano ha detto sì all'Onu sul matrimonio equalitario, allora lo annunci anche al Paese, Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, sono anni che aspettiamo una notizia di questo tipo. Se il governo ha preso questo impegno, a livello internazionale, ora sia conseguente e porti una legge in Parlamento.
E il popolo come si comporterebbe nel caso di referendum sulla questione? In un'epoca in cui la cattolicissima Irlanda vota sì al matrimonio gay, risulta spontaneo chiedersi che posizione assumerebbe il popolo italiano.
I dati appaiono positivi.
In un articolo di Repubblica del 12 ottobre 2014 si legge che in base alle ricerche del Demos - istituto di statistica- i favorevoli alle nozze omosessuali superano il 50% (55 % vs 42%), mentre solo un anno prima, inizio 2013, i no superavano i sì ( 52% vs 41%).
Nuovo anno, nuova vita?
Giusto un paio di giorni fa, 20 giugno 2015, i cattolici sono scesi in piazza contro le unioni gay, in particolare contro il ddl Cirinnà, che sembra regolarizzare unioni civili e adozioni da parte di coppie omosessuali.
La maggior parte dei politici si dichiarano desiderosi di rimanere estranei a questo presunto Family day, altri lo dichiarano inaccettabile - un festival dell'omofobia, Grillini di Gaynet -, mentre Giovanardi afferma che il 70% degli italiani sarebbe contrario al ddl Cirinnà.

Unioni omosessuali in natura esistono, è un dato scientifico.
Il matrimonio è una costruzione umana, varia da cultura a cultura.
Lo scopo del matrimonio è procreare stride, soprattutto se detto dai cattolici occasionali. Ed è un insulto a tutte quelle coppie che hanno problemi nell'avere bambini e soffrono.
E bisognerebbe ricordarsi di quel libera Chiesa in libero Stato cavouriano: lo Stato è laico e i diritti civili appartengono a tutti i cittadini.

Monique

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